mindhunter - stagione 2 (2019)

Una seconda stagione divisa in due parti ben distinte, con la prima che è la naturale prosecuzione di ciò che avevamo visto ed apprezzato, cioè un approfondimento delle teorie di profilazione dei vari serial killer (Berkowitz, Manson), ma che indubbiamente doveva avere dei naturali sviluppi sul piano narrativo, cioè andare direttamente sul campo, affrontare nel concreto tutto ciò che si era teorizzato. La storia tragicamente vera del mostro di Atlanta, caso controverso ed in buona parte irrisolto, mostra il duplice volto e soprattutto la distanza che potrebbe esserci tra la teoria e la pratica. Certezze che vengono incrinate da dubbi che si insinuano nei protagonisti.
Una stagione certamente più corale, non più Ford-centrica, che allarga lo spettro di osservazione sia su Bill Tench che su Wendy Carr. Sottotrame forse un po' slegate, tuttavia importante per approfondire i rispettivi personaggi, specie sul primo, mentre per la dottoressa occorre qualcosa di più incisivo per la stagione successiva, considerando la sua poca presenza quando l'azione si sposta sul campo di Atlanta. Atlanta è il terreno di verifica e certamente la serie diventa in qualche modo più convenzionale, però è anche vero che tutti gli elementi funzionano a dovere e l'incedere delle indagini, attenzione per i dettagli è di livello eccellente. Ottime prospettivi quindi anche per la stagione successiva.